Lo stato di illuminazione
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Quante volte abbiamo desiderato di staccarci dai pensieri che stiamo facendo, sopratuttto quelli che ci ossessionano, che ci addolorano, che non ci fanno dormire la notte. A volte i pensieri ci causano delle vere e proprie dipendenze. La dipendenza è come un'energia che si impossessa di noi, è il nostro Ego che ci fa credere di poter colmare il vuoto interiore con lo spazio esterno. Per fortuna non ce la fa! E' forte, ma non abbastanza da offuscare la consapevolezza, sempre però che uno ci lavori sopra. Questa è una buona notizia! Se però non possiamo colmare il buco interno con lo spazio esterno, meccanismo alla base di ogni dipendenza, non ci resta che crearci uno spazio interno. Ci avete fatto caso che quando siete molto stanchi, affaticati, a volte diventate più tranquilli? Quando vi state avvicinando alla fase del sonno e siete meno vigili, sembra che i pensieri negativi, quelli che di solito vi suscitano preoccupazioni, non riescano più a fare presa, le difese dell'Ego sono allentate e l'attività della mente diminuisce. Così, in alcuni momenti di grazia della giornata o prima di addentrarci nel sonno, il nostro sè problematico, creato dai nostri pensieri negativi e quindi dal nostro Ego sbiadisce, fino a scomparire. Si può ottenere lo stesso effetto attraverso l'uso di droghe o di alcolici, la mente per un periodo breve si annulla, c'è chi diventa allegro, chi compie azione che non avrebbe mai commesso sotto il controllo della mente, chi scoppia a ridere senza motivo. Un piccolo consiglio: per spiazzare l'Ego, ringraziate anche a voce alta i pensieri negativi e sorridete! Non c'è niente di più sconvolgente per una mente in preda all'Ego. Secondo voi cosa hanno di diverso lo stato di stanchezza e poi del sonno che porta all'allentare della coscienza e quello invece di ebbrezza, di ubriachezza euforica? Direbbe Eckart Tolle: ''Nel primo caso vi state innalzando sopra i pensieri, nel secondo state cadendo al di sotto'', perchè si è nell'assoluta inconsapevolezza. Il primo stato è un passo verso l'evoluzione della coscienza, il secondo una regressione. Quello che ci interessa quindi non è l'alterazione della coscienza attraverso mezzi esterni, visto che come abbiamo visto non si può colmare l'interno con l'esterno, come vorrebbe farci fare la nostra mente Egoica, ma la creazione di uno spazio interiore, che colmi il buco interno, uno spazio che apra un varco tra i pensieri negativi, in modo che possiamo sentire che noi non siamo quei pensieri, ma che semplicemente siamo noi a pensarli e quindi possiamo anche scegliere di non pensarli. Quando riusciamo a creare questo spazio interiore, questo intervallo tra i pensieri ossessivi, sentiamo un senso di benessere e la vita che è fuori di noi, quello spazio esterno che prima non ci dava retta e si muoveva su logiche a noi sconosciute, inizia a venirci incontro a ubbidirci come un servitore. Invece di arrenderci ad un mondo che ci sembra ostile, ci rendiamo ad esso perchè riconosciamo che siamo un tutt'uno. E' uno stato profondo di gioia senza limiti, lo stato che noi buddisti chiamiamo: buddità. E non è che una volta che lo hai raggiunto, che lo hai sperimentato, sei un illuminato o un saggio e quindi sei arrivato, è piuttosto uno stato che sai di poter sperimentare ogni volta che ti trovi a combattere con i tuoi problemi quotidiani, con le persone che ti fanno soffrire, con una malattia inguaribile, con una situazione ''karmicamente'' molto pesante da affrontare. E' uno stato a cui tornare, che è dentro di noi, da sempre, da un tempo senza inizio. Sapere che c'è, in un momento difficile della tua vita, ti rende libero, saldo, sereno, libero dal karma.
Che cos'ò il karma? Ve ne parlerò nel prossimo articolo
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