Pensieri ed Emozioni

  

Abbiamo parlato in un precedente articolo dell'Ego e dei pensieri. La domanda era come si fa a staccarsi dai pensieri. Per una civiltà come la nostra, cerebrale, visiva, immersa nel pensiero che si arrotola e attorciglia su se stesso, dipanare la matassa non è un'impresa facile. Questo però non vuol dire che sia impossibile, propongo di provarci. Per farlo ho bisogno di introdurre un altro elemento che spesso corre parallelo al pensiero: l'emozione. Anche essa può appartenere all'ego, per fortuna, però ci sono anche emozioni, come del resto i pensieri, che non gli appartengono, ma procediamo con ordine.

Le emozioni dell'Ego sono quelle con cui ci identifichiamo. Il nostro corpo ha una sua intelligenza, che reagisce a quello che pensiamo. L'emozione per citare Eckart Tolle è: ''La reazione del corpo alla mente'', quindi ad un pensiero.

Purtroppo, spesso noi non comandiamo il nostro corpo, lo fa la nostra intelligenza che fa sì che il corpo reagisca nelle situazioni di pericolo con una scarica di adrenalina, oppure in caso di qualcosa che ci scatena rabbia, con un surplus di energia. Questo però se la paura o il pericolo sono presenti in quel momento. Ma come fa il corpo a capire se quel pericolo è reale o è solo una paura dovuta ad un ricordo e quindi alla nostra mente? In realtà non può. Per questo si parla di emozioni positive o negative. Non è un criterio morale a definire o distinguere quelle positive da quelle negative, sarebbe troppo arbitrario. Diciamo che le emozioni negative sono quelle ''inconsapevoli'', cioè quelle in cui la nostra mente si identifica. Una paura può essere sana se siamo in pericolo, perchè può salvarci la vita, ma se invece è un pensiero negativo che ne innesca altri, svilupperemo ansia, paura, panico e altre emozioni negative che intossicano il nostro corpo.

Le emozioni positive sono quindi quelle generate dall'intelligenza del corpo.

E qui la cosa si fa più interessante, perchè le emozioni positive possono anche fare parte dell'Ego. Allora non ne usciamo più?

Tranquilli, c'è un criterio per uscirne, c'è un modo incontrovertibile per riconoscere le emozioni positive dell'Ego: contengono, nel momento in cui vengono generate dal pensiero, anche il loro opposto. Per capirci, l'amore può diventare prigionia, possesso, dall'idea di amore, se non corrisponde a quello che pensiamo, si possono creare pensieri di odio. La calma, nel momento in cui le cose non sono più sotto controllo può tramutarsi in rabbia cieca, attacchi di panico. Le aspettative che abbiamo possono essere deluse e sviluppare in noi l'idea di tradimento e di delusione. Tutto chiaro? Le emozioni generate dall'Ego derivano dall'identificazione della mente con l'ambiente, con fattori esterni che non sono sotto il nostro controllo, per cui sono impermanenti. Le emozioni invece che non appartengono all'Ego, appartengono all'Essere, dove non esiste il regno degli opposti C'è un detto buddista che dice: ''Puoi inondare di luce il buio, ma con il buio non puoi inondare la luce''... A volte gli stati vitali dell'essere possono essere oscurati, ma non contengono opposti. Dall'Essere che si è staccato dal pensiero e quindi dall'emozione creata da esso, emanano amore, pace, gioia profonda, ed è questa la nostra vera natura, l'identità della vita, io che sono buddista da quasi vent'anni, la chiamo buddità. Ve ne parlerò ancora, promesso.

Antonella Cutolo



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